Comunicazione Connessa

Non molto tempo fa, ci interessavamo veramente ai piccoli solo all'età di due o tre anni, quando iniziavano a parlare. Da allora, ha preso piede l'idea che i bambini nascono come esseri completi, fisicamente, emotivamente e spiritualmente. Parlare con il proprio bambino è diventata una cosa naturale per molti genitori. Una bella rivoluzione! E se il passo successivo, oltre a parlare con loro, fosse anche quello di ascoltarli? Sulla base della loro esperienza di genitori, Hélène Gérin e Frédéric Laloux hanno sviluppato la Comunicazione connessa. Questa tecnica, basata in particolare sulla kinesiologia, permette scambi di una ricchezza insospettata: il bambino può esprimere i suoi sentimenti, i suoi bisogni e le sue domande, senza necessariamente piangere per essere ascoltato. La Comunicazione connessa apre le porte a una vita quotidiana fluida, dove il bambino si sente compreso e dove i genitori si meravigliano della sua vita interiore. Ma allo stesso tempo è un approccio rigoroso e molto accessibile. Mentre leggete queste pagine, scoprirete passo dopo passo come dare al vostro bambino una voce in modo che voi a vostra volta possiate impegnarvi in scambi di una nuova profondità con il vostro bambino. La Comunicazione Connessa (in originale Communication Connectée) è un approccio che permette ai genitori di dare voce al proprio bambino, e che viene praticato all'interno della famiglia (non è una tecnica professionale). Diffusa in Francia dove è nata grazie all’intuizione di una coppia di nuovi genitori, questa modalità comunicativa arriva ora in Italia.
La comunicazione connessa ci offre un modo chiaro e concreto per interagire con il nostro bambino prima che abbia accesso alla parola, e per dare parola alle persone che non hanno accesso al linguaggio.
Per questo abbiamo bisogno di 3 strumenti:
⁃ Impara a centrarti, a metterti allineato, in un atteggiamento di ascolto completo e neutro.
⁃ Avere uno strumento che ci consenta di ricevere risposte SI / NO dal bambino (generalmente il test muscolare   comunemente usato in kinesiologia)
Avere una solida struttura organizzata delle domande per sentirsi a proprio agio e completi nella proposta di dialogo.
Una volta adeguatamente attrezzati, possiamo connetterci con il nostro bambino e offrirgli uno spazio per parlare. Ci trasformiamo quindi in esploratori gioiosi per scoprire il mondo ricco e commovente che il nostro bambino ha sperimentato dal concepimento.
Con questa tecnica possiamo quindi avere dei veri dialoghi con il nostro bambino. Non essere sorpreso di essere commosso all'inizio (e anche dopo). Spesso è un momento di grazia in cui il bambino condivide la ricchezza della sua vita interiore. Che fortuna quindi poter comunicare così profondamente con lui, da cuore a cuore
.

Vedere sito francese www.communicationconnectee.com

www.communicationconnectee.com

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Chi sono gli amici del Piccolo Principe è presto detto: “Oggi più che mai la nostra cultura ci porta continuamente a delegare le nostre scelte per quanto riguarda la nostra salute.......per questo evento c'è il medico. E così anche per la parte spirituale......c'è il prete, e la parte economica......c'è il commercialista e così via. Facciamo sempre più fatica a scegliere per la nostra vita o peggio ancora crediamo di scegliere quando invece non abbiamo sufficienti informazioni per poterlo fare.


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